
Come si fa a sapere quanti pesci ci sono in una gabbia?
a cura di Pietro Lococo

Come si fa a sapere quanti pesci ci sono in una gabbia?
a cura di Pietro Lococo
Come si fa a sapere quanti pesci ci sono in una gabbia.
Nell’acquacoltura, conoscere la taglia e la biomassa (la quantità totale, espressa in chili, di pesci all’interno di una determinata gabbia) è di fondamentale importanza per una corretta gestione dell’alimentazione, della simulazione di crescita e della programmazione della pesca a taglia commerciale.
Il caso di Op del Pesce
Nel settore dell’acquacoltura, la maggior parte delle aziende di produzione ha sviluppato tabelle di raccolta dati con lo scopo di analizzare la conversione del mangime in carne, al fine di creare un modello di crescita standardizzato dei propri pesci.
Op del Pesce, azienda commerciale di spigole, orate e ombrine in Italia, grazie alla sua esperienza e al quantitativo di dati raccolti durante gli anni, ha sviluppato tabelle specie-specifiche di indici di conversione taglia/temperatura-dipendenti (FCR) peculiari per i differenti siti di allevamento, situati in Toscana, Lazio e Sicilia e in cui perciò le condizioni ambientali e climatiche differiscono tra loro e necessitano quindi di tabelle specifiche.
I modelli di accrescimento vengono modulati periodicamente sui valori reali di crescita tramite la registrazione del peso medio dell’avannotto ricavato da operazioni di campionamenti manuali (taglie inferiori ai 100 g) e digitali (taglie superiori ai 100 g).
A cosa servono i campionamenti nell’acquacoltura?
Il campionamento permette di avere, oltre al peso medio corretto, una valutazione della differenza di taglia all’interno del lotto (da 1 a 5, dove 1 indica una dispersione di taglia molto bassa e 5 una dispersione di taglia molto alta) e un indice della condizione corporea (da 1 a 5, dove 1 indica un pesce molto magro e 5 per un pesce molto grasso). Queste informazioni consentono, sulla base della taglia e dell’FCR, e dai feedback ricevuti da parte della squadra specializzata che si dedica alla fase dell’alimentazione, di stimare la biomassa presente in gabbia con un’accuratezza tale da risultare il più possibile vicina a quella effettivamente riscontrata al momento della chiusura. Una gabbia si definisce chiusa quando sono state completate le operazioni di pesca al suo interno e risulta pertanto vuota. Solo in questa fase si può stabilire con precisione se le previsioni effettuate sono state risultate accurate.
Le Bio Camere, innovazione per il controllo delle gabbie in mare
Ad oggi, in alcuni impianti, vengono utilizzate delle bio-camere: si tratta di telecamere posizionate all’interno delle gabbie galleggianti che permettono di controllare il benessere, la crescita ed eventuali problematiche dei pesci in tempo reale, consentendo di poter intervenire tempestivamente.
I dati ottenuti sono registrati in tempo reale all’interno di un software che le analizza tramite l’ausilio di Intelligenza Artificiale. Se assegnate in modo costante a una gabbia, le bio-telecamere sono in grado di addestrare il modello a lavorare con un margine di errore sempre inferiore sulla base dei dati registrati durante l’intero ciclo. Le telecamere sono inoltre dotate di sonde multiparametriche integrate per il monitoraggio continuo di temperatura e di ossigeno disciolto, con un sistema di allerta automatizzato che si attiva al superamento delle soglie critiche predefinite.